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Grand Tour

Il Grand Tour d'Italia era uno dei must di nobili, ,scrittori, poeti e pittori delle epoche antiche. Partivano dal nord europa per passare 3-4 mesi in Italia spostandosi tra le grandi citta' d'arte e i paesaggi unici del nostro paese.
Il mio progetto è quello di raccontare il rapporto tra l'Italia e alcuni dei viaggiatori stranieri più illustri che l'anno amata e vissuta. Un rapporto che provo a descrivere attraverso le loro parole e scorci originali dei paesaggi e delle città d'Italia. . E cosi sono partito anche io per la Liguria, per fotografare scorci del Golfo dei Poeti tra Portovenere e Lerici, passando per Genova e il suo famoso acquario alla ricerca dei panorami che avevano incantato A. Dumas. Poi in traghetto ho attraversato il Mediterraneo per sbarcare in Sardegna e ripercorrere il viaggio di D.H Lawrence durante una vacanza con la moglie (una sardegna molto diversa da quella odierna). La Sicilia è stata la meta successiva, le saline, i templi, le città di tufo e le isole Eolie, le ho visitate tenendo sotto braccio Goethe e Maupassant. Per aggirarmi tra le calle di Venezia mi sono immaginato un Thomas Mann in cerca di ispirazoni e poi in vaporetto verso le “florida d'italia” come la defini Hemingway, la laguna di Grado e Lignano per giungere infine all'estremo est: Trieste, città adottiva di un assiduo frequentatore: J.Joice

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Genova
“Distesa in fondo al suo golfo con la noncurante maestà di una regina (…) Genova viene, per così dire, incontro al viaggiatore”, ebbe a dire della Superba Alexandre Dumas nel 1841. Nulla di strano se si considera che il fascino della città crocevia di popoli e culture diverse (non a caso il suo nome medioevale è Janua, ovvero “porta” in latino), ha colpito scrittori, poeti e cantautori, che nei loro versi ne hanno raccontato l’anima nascosta


Friuli Venezia Giulia
Hemingway firmò una mappa della spirale urbanistica pronunciando la famosa efficacissima frase “Questa è la Florida d’Italia” durante il suo soggiorno in Friuli tra Udine e Lignano.

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Sicilia
Maupassant  (1885) che, nelle pagine della sua  Sicile, parla della qualità eclettica dell’arte siciliana e scrive: “…tutti questi monumenti […] non sono né arabi, né gotici, né bizantini bensì siciliani, e si può dire che esiste un’arte siciliana e uno stile siciliano, che è certamente il più affascinante, il più vario, colorito e ricco di  fantasia tra tutti gli stili architettonici”

2022 copyright - stefano lunardi

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